Rappresenta una verifica sul dominio esercitato dalla lingua inglese in tutti i settori (prima parte: « Ieri il francese, oggi l’inglese ») e una risposta attiva destinata a promuovere non unicamente la specificità del francese, ma anche quella delle altre lingue (seconda parte : « I percorsi dell’azione »).
Che siate d’accordo o meno con l’autore è un libro che non può mancare nella biblioteca di ogni francofono o francofilo.
E per offrire solo qualche assaggio di quanto è uscito dalla penna di Claude Hagège ecco tre citazioni chiave di questo libro tutto da leggere e meditare.
« ….Piuttosto di aggrapparsi ad una lotta aperta alla ricerca di affermare una lingua elitaria, gli estimatori della letteratura francese e della sua lingua elegante e raffinata devono convincersi che le straordinaie opere prodotte da questa letteratura hanno a diritto, grazie alle tematiche illustrate e la forma utilizzata, una vocazione che supera i confini francesi. Servire la lingua francese significa non scorgere nessuna contraddizione tra l’acquisito storico della lingua francese e la propria capacità di esprimere il mondo moderno.»
(Hagège, 2008: 177)
« Come si devono comportare i politici francesi e quale battaglia devono intraprendere? La risposta è chiarissima. Devono confrontarsi ad una forza e ad un valore: la forza è quella del profitto, la medesima cui la maggior parte dei businessmen sacrificherebbe tutto. Riguardo al valore da perseguire, opponendolo se non c’è nessuna scelta al profitto selvaggio, è la cultura »
(Hagège, 2008 : 207)
« Le lingue nascono, si sviluppano e muoiono. A tale riguardo hanno delle caratteristiche simili a quelle delle specie viventi. […] Riflettendo meglio sono molto più complesse. Si collocano nella parte più profonda dell’umanità. Una lingua è uno modo di percepire, immaginare e pensare unico nel suo genere, anche se la possibilità universale della traduzione sfuma questa visione del mondo propria a ciascun lingua, che di per se è unica e non trasmettibile. Per ogni individuo la perdita della propria lingua è, in qualche modo, quella di una parte della propria anima »
(Hagège, 2008 : 235-236)
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