12 dicembre 2008: i creditori UE hanno a disposizione un nuovo strumento per cercare di ottenere il pagamento dei propri crediti vantati nei confronti di altri soggetti residenti o domiciliati all'interno della UE.: il Regolamento 1896/2006.
Tale Regolamento attraverso l’introduzione del procedimento d’ingiunzione europeo, assicura alle imprese e privati cittadini un nuovo strumento giuridico per la tutela dei propri diritti di credito.
La procedura si basa sulla compilazione di un modulo, allegato al Regolamento stesso, e non prevede, in linea meramente teorica, l’obbligo di un’assistenza legale: né per il ricorrente relativamente all’ingiunzione di pagamento europea, b) né per il convenuto relativamente all’opposizione contro un’ingiunzione di pagamento europea.
Si tratta di un’autocertificazione della propria pretesa creditoria da parte del ricorrente, il quale, dovrà fornire informazioni certe, riconoscendo che le dichiarazioni deliberatamente false e mendaci saranno punite in base alla legge proprio Stato membro d’origine.
Compilato il modulo, il ricorrente deve procedere al suo deposito, che, in base all’attuale organizzazione dei nostri uffici giudiziari, dovrà per forza avvenire in forma cartacea, anche a mezzo posta raccomandata, senza l’obbligo di deposito in cancelleria.
A oltre 18 mesi dalla sua messa in vigore, apparentemente, si tratta di un importante passo in avanti nel settore della cooperazione giudiziaria, a cui segua una maggiore armonizzazione anche nel diritto civile e commerciale degli Stati membri UE. Tuttavia le cose non sono veramente cosi’:
Dalla Francia, è’ stato inviato, senza vizi di forma, il modulo in questione per il mancato pagamento di due aziende italiane con sede a Milano e Corsico. Sono ormai 4 mesi che l’atto è stato inviato ma dall‘organo legislativo preposto nessuna risposta:
Questa è purtroppo la mera realtà: la maggioranza degli uffici giudiziari italiani sembra non ancora attrezzata per gestire la procedura d'ingiunzione europea. Il giudice dovrebbe rispondere entro 30 giorni. Oltre alla lentezza tipica della giustizia italiana, questa procedura tocca interessi corporativi molto forti, dato che si può utilizzare senza farsi patrocinare dagli avvocati, che hanno una delle loro maggiori fonti d'introito proprio dalle pratiche di recupero crediti. C'è da attendersi perciò che l'ingiunzione europea sarà resa operativa in Italia il più tardi possibile e solo a seguito di qualche imposizione da Bruxelles.
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