Traduzioni e diritti di pubblicazione |
Per inserire in una traduzione alcune citazioni di opere già tradotte in italiano si devono utilizzare obbligatoriamente delle traduzioni già esistenti?
Come ci si comporta quando la traduzione risulta essere palesemente errata?
Dopo quanti anni scadono i diritti di una traduzione?
Quando sarebbe consentita la ritraduzione?
I diritti di traduzione di un'opera letteraria protetta (il cui autore sia vivente o deceduto da meno di 70 anni) appartengono all'autore stesso o ai suoi eredi.
L'autore (o gli eredi) possono cedere a un editore il diritto di traduzione per un certo periodo. L'editore, a sua volta, affida la traduzione a un traduttore tramite un contratto che può prevedere un compenso forfettario oppure delle royalties o entrambi.
Dopo 15 anni dalla pubblicazione, i diritti di pubblicare la traduzione rimangono all'editore, il quale però - se vuole continuare a pubblicare la precedente traduzione - deve versare un nuovo compenso che va rinegoziato fra le parti (spesso viene versata la metà del costo di una nuova traduzione).
Invece, i brani di un testo che rientrano nell'ambito del diritto di citazione è possibile ritradurli oppure citare a propria volta una traduzione fatta da altri.
Il consiglio sarebbe di utilizzare sempre delle traduzioni accreditate, segnalando in nota o in altro modo (dipende dal libro e dalle norme della casa editrice) la fonte delle traduzioni corrette uilizzate nella propria opera.
Mentre quei brani tradotti che si ritengano essere non idonei o sbagliati nessuno vieta di ritradurli autonomamente (l'assenza di fonte in pratica segnala già che la traduzione è della medesima persona che ha tradotto il libro)...
Ovviamente, se il calibro dell’autore fosse Shakespeare e ci si metta a tradurlo, da lettore/trice-addetto/a ai lavori si potrebbe facilmente pensare:
"Possibile che non esista una sola fonte tra tutti i Shakespeare già tradotti che possa essere idonea?"
Al contrario, se si trattasse di un autore meno noto, con una sola traduzione, e quel brano fosse sbagliato o inadatto al contesto, si ha indubbiamente tutto il diritto di ritradurlo ‘dalla propria penna’.
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