martedì 16 ottobre 2012

I giovani traduttori come vedono il loro futuro - parte 1

Nell’indifferenza generale anche quest’anno si è celebrata la giornata mondiale della disciplina della traduzione. Rendiamo omaggio dunque a questo antichissimo mestiere grazie ad alcune testimonianze di giovani traduttori che desiderano esercitare questa nobile professione nonostante si rimanga spesso nell’ombra del proprio studio, lontano dagli onori e dagli allori di una brillante carriera, in altri più celebrati settori.
 
La traduzione – una professione dalle origini antiche
Lo scrittore e pubblicista francese del XVIII secolo E. Fréron dichiaro’ che i traduttori sono come dei ritrattisti: "possono riuscire ad abbellire la persona ritratta ma il loro operato deve sempre assomigliare all’originale".
Ripercorrendo un po’ gli albori di questa professione troviamo tra i primi San Gerolamo, che nel IV sec d.C. comincio’ la traduzione della Bibbia in lingua latina, la Vulgata (traduzione eseguita dal greco e dall'ebraico al latino). A partire dell’anno 382, in un monastero di Betlemme, Gerolamo inizio’ la versione latina del nuovo Testamento. Poi otto anni più tardi, il monaco prosegui' con la traduzione dei testi sacri del Vecchio Testamento, opera che vide il suo termine nel 405. Il giorno della sua morte, il 30 settembre (l'anno 420 d. C.), è stato prescelto quale giornata del traduttore e celebrando il patrono di tutti i traduttori.

 
La traduzione, un mondo segreto e privato
Secondo Bettina Vannavong « la traduzione, anche in un contesto di crisi, è un mondo segreto e privato. Puo’ essere vista come un Club, in un certo senso "esclusivo" dove solo qualche privilegiato vi puo’ veramente accedere », presentando i traduttori pero’ come delle « persone che vivono nell’ombra di una professione affascinante ed antica ».

I traduttori: una corporazione efficiente e unita
Nelia Fahloun ritiene che « Creare una rete puo’ diventare una forza indispensabile per diventare traduttore a tempo pieno. Oggi essere traduttore freelance richiede un certo spirito imprenditoriale : è fondamentale sapere gestire i periodi in cui la mole di lavoro è importante rispetto ai tempi in cui i progetti sono meno frequenti; inoltre, è fondamentale credere nelle proprie competenze, avendo tuttavia la sincerità di riconoscere i propri errori".
Secondo Nelia "Trovare uno stage di una certa durata (3-6 mesi) e soprattutto presso un’azienda o un'agenzia di traduzioni è un'opportunità veramente preziosa. Non bisogna sottovalutare nemmeno le competenze commerciali che consentono di trovare e conservare dei clienti a lungo termine. Inoltre, ultimo, ma assolutamente non marginale, è necessario considerare gli altri traduttori non come dei concorrenti, ma piuttosto come dei colleghi/collaboratori leali e utili per esercitare efficacemente il proprio mestiere.
 

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