Il traduttore editoriale e la sua libertà |
Secondo quanto
sperimentato e descritto in un precedente articolo qualche anno fa (marzo 2005), il processo di pubblicazione di un testo in
lingua straniera passa, è vero, attraverso una lunga serie di interventi di indubbio
spessore professionale.
In questo nuovo articolo, cercherò di ripercorrere i punti fondamentali dell’iter già conosciuti... sugellando il tutto con un pizzico di sincera ironia.
Al traduttore editoriale inizialmente è
richiesto di scorrere il testo rapidamente, studiare i tratti dell’autore, comprenderne
con la massima chiarezza e concisione lo spirito e gli orientamenti.
Successivamente
il traduttore dovrà determinare i messaggi principali e definire quelli soggetti ad una
particolare trasposizione culturale (definirne il giusto contesto).
Poi sarà tempo di
scegliere il registro linguistico predominante e di conseguenza la giusta prosa che servirà da cornice dell'opera concettuale dell'autore.
Seguirà il
momento della stesura di una prima traccia del testo… momento creativo che dovrà scorrere rapidamente
ma con estrema naturalezza: il traduttore - libero creatore come lo scrittore lo richiede e lo esige.
E’ invece dedicata
alla rilettura, il completamento e l’ottimizzazione dello stile delle frasi.
Sarà solo nel momento del’impaginazione
che le norme editoriali saranno curate nei minimi dettagli.
E’ purtroppo ormai di uso
corrente richiedere dalla maggior parte delle case editrici che quest’ultime due
operazione vengano fornite gratuitamente dall’agenzia di traduzioni e di
conseguenza dal traduttore editoriale stesso.
Ha
dimenticavo... le tariffe desiderate dalle case editrici sono attualmente
inferiori a quelli di 6 anni fa, la qualità richiesta è aumentata in maniera
inversamente proporzionale al prezzo... Per dirla chiaramente: ti pago poco ma
se fai un errore, anche minimo, esigo degli sconti colossali e spesso non ti
pago....
Questo è quanto
richiede normalmente l’editore.
E chi diceva che
essere traduttore è facile e comodo....
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