domenica 6 maggio 2012

L’eterno paradosso della letteratura: la creazione scritta e la traduzione - il corpo e la sua ombra - Il visibile e l’invisibile

La diffusione delle letterature straniere è possibile specialmente grazie all’attività traduttiva. Quando un romanzo straniero viene letto in italiano è perché un traduttore italiano ha saputo riscrivere ed adattare quell’opera nella sua lingua. Molti suppongono che la traduzione sia un’attività secondaria, realizzata da una sorta di traduttore “spersonalizzato” che vi si dedica senza nessun coinvolgimento, merito o qualifica. Questa visione ingiusta, ma diffusa, è provocata dalla presunta “invisibilità” del traduttore letterario. Il traduttore è percepito a malapena dalla platea unicamente come la timida e offuscata ombra dello scrittore. Ma è pur vero che ogni volta che viene pubblicata la recensione di un libro localizzato, il primo a sentirsi toccato da elogi o critiche è sovente il traduttore letterario.

Se avviene che una critica o una recensione siano inadeguate sarà probabilmente il traduttore il primo a farlo notare nel panorama letterario. Lui infatti, dopo un oscurato lavoro di back-office, conoscerà perfettamente il testo perché lo ha ricreato nella propria mente ‘straniera’, cercando di restituire emozioni autentiche ad una schiera sempre più vasta di “suoi” nuovi lettori.

Dopo aver tradotto un’opera letteraria, numerosi traduttori amerebbero sviscerare tutto quello che il lavoro su quell'opera ha suscitato in loro. Comunicarlo bene sarebbe una reale soddisfazione e un sicuro arricchimento rispetto a quanto lo scrittore ha già voluto dire. Insomma significherebbe aggiungere del valore a quanto già ne possiede, sottolinearne i meriti e le originalità di una creazione artistica.

Il traduttore letterario, per riuscire ad emergere dall’ignoto, deve trovare il modo più adeguato per implementare una serie di giusti compromessi “invisibili” e questo paradossalmente deve rimanere il suo obiettivo principale, restando più conforme al contenuto che alle parole, creare del nuovo senza nascondere il vecchio, leggere il pensiero con una voce diversa ma all’unisono con la sinfonia di emozioni e pensieri dell’autore originale.

2 commenti:

Rosaria Di Girolamo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
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