lunedì 19 settembre 2011

Traduzione e apprendimento delle lingue e il nuovo approccio degli studi di traduzione

Teorizzare sulla traduzione è uno delle attività più interessanti della linguistica moderna e presso ogni studio di traduzione di un certo livello è naturale parlarne tra colleghi qualora si voglia perfezionare una metodologia di lavoro sempre più  adeguata e precisa.

Eco, tra le miriadi di erudite affermazioni in merito,  parla della traduzione come processo di negoziazione preceduto da un atto di interpretazione, in cui il traduttore professionale assume il ruolo di negoziatore tra una cultura di partenza e una di arrivo.

La traduzione è infatti una pratica professionale  che pone al centro non semplicemente i differenti sistemi linguistici, ma l’intera enciclopedia delle culture quindi importante strumento di globalizzazione.

Tradurre bene implica la competenza in una lingua straniera e di conseguenza l’atto di traduzione è spesso visto come un naturale metodo di insegnamento della lingua straniera stessa.

Secondo gli eminentissimi scientifici e studiosi G. Freddi (Fondatore della didattica delle lingue moderne a statuto autonomo rispetto alle altre scienze del linguaggio) e P. E. Balboni  (Fondatore della glottodidattica e Professore dell'Universita' Ca' Foscari di Venezia)  è possibile identificare quattro diversi punti di analisi "contrastanti e contrastati" per osservare il ruolo della traduzione in rapporto al corretto apprendimento delle lingue:
a. competenza traduttiva e linguistica
(Una minoranza di studiosi ritiene che è possibile aprirsi  verso l’impiego di tecniche traduttive anche a livelli di competenza linguistica molto bassi, mentre l'opinione predominante rivaluta ai fini dell’apprendimento linguistico ciò che precede la realizzazione della traduzione, quindi l'utilizzo della traduzione solo a livelli avanzati di conoscenza.)
b. traduzione come rivelatrice di problemi intraducibilità
(dove la traduzione contribuisce alla riflessione interlinguistica e interculturale - Balboni parla infatti di “traduzione problematica”, ovvero un operazione “mirante a far notare l’intraducibilità o le difficoltà di traduzione piuttosto che a produrre una...traduzione”. )

c. traduzione come strumento di verifica linguistica?
(Balboni è contrario ad un uso della traduzione come valutazione di competenze linguistiche di tipo lessicale e morfosintattico)
d. traduzione come abilità
(Freddi ribadisce l’importanza della traduzione all’interno di un percorso di apprendimento linguistico “quale ‘quinta abilità’ nella graduatoria dei valori del comprendere, parlare, leggere e scrivere”.) 

Nel settore della traduzione tecnica vige invece un approccio più pratico in cui lo studio di traduzione all'avanguardia ha cercato di spostare il centro di elaborazione di un testo da un approccio "proattivo", in cui i problemi traduttivi sono identificati prima della traduzione (ad esempio nella localizzazione di software)  rispetto al sorpassato metodo "reattivo", in cui i problemi si risolvono mano a mano che si presentano, senza nessuna preparazione e anticipazione. 

Questo nuovo approccio, applicato dagli studi di traduzione più qualificati, permette di evitare vecchi errori che ancora i software si portano in eredità perché sarebbe troppo costoso e laborioso correggerli.

Fonti :

LA TRADUZIONE E L’APPRENDIMENTO/INSEGNAMENTO DELLE
LINGUE - BRUNA DI SABATO

GIORNATA DI STUDIO SULLA TADUZIONE  - NATACHA S. A. NIEMANTS