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La funzione della traduzione letteraria
Tuttavia, tutte le lingue e tutte le parole posseggono dei confini propri dettati dalla lingua cui appartengono. Ed è proprio in questa fase che la funzione della traduzione letteraria si fa breccia trasformando ogni frase e pensiero ad esso connessi nei loro fedeli corrispondenti “esteri”.
Ciascun libro è il prodotto di un’equivalenza tra la volontà dell'autore e la capacità di ricezione del lettore culturalmente "a piede libero". Questa corrispondenza è naturale quando entrambe le parti sono legate alla stessa lingua e cultura, poiché ogni cenno e riferimento dello scrittore potrà essere intuito e compreso dal lettore senza nessuna difficoltà apparente.
In effetti, le parole dell'autore nascondono un’abitudine nel pensare, una familiarità con alcuni argomenti che non sono facili da comprendere per un lettore straniero se alla base il lavoro di decodificazione non è stato eseguito con coerenza e rigorosità. Infatti la struttura di un testo non è caratterizzata unicamente dalle parole che la compongono.
Come rilevato da Aldous Huxley "un suono musicale che evoca una nuvola armonica" è paragonabile all’esercizio prosastico che connota una molteplicità di elementi di riflessione. In questo "alone di associazioni linguistiche e di pensiero" si situa l'interesse dell’autore, perché le storie possono essere simili, ma le parole scelte dall'autore sono diverse e generate dalla combinazione di idee originali e motivanti. Cosi’ facendo, lo scrittore trasmette un messaggio originale, offrendo uno sguardo nuovo che comunica un originale modo di pensare basato su archetipi propri alla cultura che il lettore deve agevomente saper cogliere.
In tale circostanza la traduzione letteraria si trasforma in un esercizio estremamente delicato che coinvolge una perfetta padronanza della lingua e cultura dei due paesi di fatto geograficamente e tradizionalmente separati. Infatti, il traduttore deve tradurre il particolare mondo dell'autore in un'altra cultura parallela ma distante. Deve riuscire ad adattare i riferimenti e le associazioni letterarie senza alterare lo stile dello scrittore.
Come avvicinarsi alla traduzione di un romanzo
In particolare, tale atto di traduzione richiede creatività, ma anche una comprensione della storia e dei suoi antefatti. In primo luogo, la traduzione richiede una lettura e assimilazione del libro. Il traduttore del romanzo deve potersi "appropriare" della storia e capire la volontà dello scrittore.
Tale atto intimo fa scaturire una nuova ed integerrima corrispondenza tra l'autore e il traduttore. Dopo aver constatato la volontà e l'universo dello scrittore, il traduttore letterario deve comunque esercitare con rigore l’adattamento di un testo nell’intimità della sua lingua. Tuttavia, il lavoro non si limita a questo, altrimenti la dimensione essenziale dell’opera sarebbe fatalmente latitante.
Il traduttore deve dimostrare che la creatività possa trasporre la storia affinché l’universalità dei lettori la possano comprendere. Tale livello di traduzione creativa assurge al concetto di “transcreazione” e richiede un perfetto equilibrio tra immaginazione e rigore interpretativo del traduttore. Il romanzo ha necessità in tal caso di una padronanza della narrazione e, nella sua costruzione l'abile traduttore deve destreggiarsi tra descrizione e dialogo durante l'implementazione dei riferimenti dell'autore e la trascrizioni di fatti storici ad esso connessi. Nomi, luoghi e le azioni devono essere assunti o spiegati in modo che il lettore ne riviva fedelmente le sfumature tramite la ricchezza della prosa.
La traduzione poetica e teatrale
D'altra parte, la traduzione poetica e teatrale richiede una più accesa creatività. Ma non dobbiamo fraintendere, anche se il traduttore assume il ruolo di poeta vate non deve sentirsi nella posizione di alterare l'armonia del verso originale, poiché la poesia è prima di tutto un'armonia musicale e di pensiero. Chi ancora puo osare nel dire che il traduttore letterario sia una figura di secondo piano della cultura internazionale?
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