Spesso accade che le imprese europee si lascino sfuggire
delle porzioni di mercato internazionale semplicemente a causa della propria
carenza di competenze linguistiche. E’ nota da oltre un decennio che l’11%
delle PMI Europee (945,000 imprese) del settore delle esportazioni non sfruttano
pienamente il proprio potenziale di espansione verso i mercati esteri.
Alcuni
studi più recenti (Progetto FSE “Comunicazione d’impresa: verso nuovi orizzonti
competitivi” (2/211/2010) Progetto realizzato grazie al finanziamento
dell’Unione Europea - Fondo Sociale Europeo, del Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali e della Provincia autonoma di Bolzano.) ribadiscono quello che Elan avava messo in
evidenza nel 2006 nell’econpmia europe : l’esistenza di un rapporto
diretto tra le lingue e i risultati dell’Export delle imprese medio piccole in
Europa.
A tale proposito si definiscono 3 strategie principali di
gestione linguistica legate all’espansione nei mercati oltrefrontiera:
1) messa
in atto di un piano linguistico serio diretto ai mercati che si vogliono raggiungere
2) reclutamento
di personale con competenze linguistiche adeguate
3) ricorso
a professionisti linguistici come traduttori e interpreti.
Si è calcolato che una PMI che dovesse investire in una di
queste tre misure potrebbe aumentare la propria quota di esportazione del 44.5%
rispetto ad una che si astenga a compiere tali validi investimenti.
Inglese :
da solo non basta - Servono molte lingue
Se l’inglese é abitualmente considerato la lingua che consente
di accedere ai mercati esteri, i risultati di molte indagini delineano un
quadro molto più complesso, in contrasto con l’idea dell’Inglese come lingua economicamente
universale. Il russo è sovente impiegato in Europa dell’est come lingua franca,
insieme a polacco e tedesco. Il francese è la lingua del commercio nel
continente africano; lo spagnolo svolge il medesimo ruolo in America Latina. Inoltre
per instaurare un business a lungo termine una conoscenza culturale e
linguistica dell’altro paese è essenziale.
Impatto
delle strategie di gestione linguistica sull’attività commerciale
Lo studio ELAN (Effects on the European Economy of
Shortages of Foreign Languages) - indagine
condotta su circa 2000 PMI di 29 stati europei - è stato commissionato dalla
Direzione Generale Istruzione e Cultura della Commissione Europea e realizzato
dal Centro Nazionale Britannico delle Lingue, in collaborazione con un pool di
ricercatori di diversi stati europei. Tale indagine aveva come obiettivo di fornire alla
Commissione informazioni pratiche e analisi sull’utilizzo delle competenze
linguistiche nelle PMI e sull’incidenza di tali fattori sui loro risultati
commerciali internazionali.
Parallelamente è stata condotta un’indagine su trenta
multinazionali per stabilire le differenze tra queste ultime e le PMI rispetto
il ruolo assunto dalle competenze linguistiche nell’ambito delle strategie di
business. Successivamente è stata realizzata un’analisi macro-economica utilizzando
i risultati dell’indagine per fornire indicazioni sul ROI ottenuto dagli
investimenti nello sviluppo linguistico e interculturale in azienda.
Da tali indagini incrociate è emerso che se un numero
crescente di PMI si dedicassero maggiormente all’export l’economia europea ne
trarrebbe profitti significativi e durevoli poiché le piccole e medie imprese
forniscono oltre il 50% dei posti di lavoro in tutta l’UE.
Inoltre ne seguirebbero benefici importanti in termini di
maggiore innovazione e conoscenza dei mercati globali, che potrebbero
influenzare positivamente la produttività di ogni economia nazionali.
Il
costo delle carenze linguistiche
L’indagine realizzata sulle PMI svela senza indugi che le
nostre imprese subiscono forti perdite commerciali dovute alla carenza di
competenze linguistiche. Immergendoci nei numeri, delle circa 2000 imprese
prese d’esempio, l’11% ha perso un contratto per questo motivo.
Per 37 di loro, il valore dei contratti non acquisiti
oscillava tra una forchetta di 8 e 13.5 milioni di euro. 54 aziende hanno perso
dei contratti potenziali da 16.5 a 25.3 milioni di euro.
Dall’indagine emerge che su un triennio la perdita media
per impresa è di €325,000. Tale studio identifica solo i casi in cui le aziende
si sono rese conto delle perdite reali o potenziali di business ; è
probalibile che nella realtà le cifre siano nettamente superiori.
Le piccole medie imprese europee qualora superino i confini
nazionali si scontrano con le barriere interculturali e linguistiche.
In tutti i paesi (29) più del 10% delle persone
intervistate afferma di aver sperimentato difficoltà di ordine interculturale e
linguistico.
In 15 paesi almeno il 50% delle persone intervistate
afferma di esercitare una strategia linguistica, ossia la messa in atto di
attività linguistiche per consentire una comunicazione efficace con i clienti e
i fornitori all’estero.
Assumere
le persone adatte
Il reclutamento di madrelingua con competenze linguistiche adeguate
è la tecnica di gestione linguistica assai diffusa, e viene adottata dal 22% degli
intervistati.
E’ frequente la localizzazione di siti web: più del 50%
delle imprese in 22 paesi propone i siti in lingue diverse da quella nazionale,
con corretto studio SEO per l’ottimmizzazione linguistica sui motori di ricerca.
Fatti
e cifre
Dal 4 all’84% delle imprese – a seconda del paese –
ricorrono a partner fidati e competenti
rappresentati da agenzie di traduzioni, traduttori freelance e interpreti.
A livello europeo circa l’80% delle imprese si rivolge a
professionisti esterni per le traduzioni; quasi la metà delle imprese (47%) lo
fa su base regolare (Studio ELAN).
Vi è anche l’assunzione di agenti locali da 20 a 40% nella maggioranza
dei paesi. Si tratta del metodo più utilizzato dalle piccole imprese, che non dispongono
delle risorse necessarie all’assunzione di personale per rispondere alle
esigenze linguistiche di un nuovo mercato.
Il 48% propone una formazione linguistica al proprio
personale.
L’inglese è utilizzato più come lingua veicolare
all’interno delle molteplici multinazionali.
La domanda di competenze in lingue diverse dall’inglese è
superiore alla domanda di competenze in inglese. Le previsioni delle grandi
imprese accordano maggiore priorità allo spagnolo. Per ragioni di efficacia,
l’utilizzo dell’inglese come lingua aziendale viene spesso incoraggiato, anche
in paesi, come la Francia, la cui lingua ufficiale é anche un’importante lingua
internazionale.
La pubblicità in una lingua straniera è intesa a produrre
un testo scritto in una lingua straniera, ma comprende varie fasi di adattamento
culturale ed è un’attività nettamente distinta dalla traduzione.
Formazione
linguistica: che cosa può fare per le imprese?
Stabilire
contatti con le università
Offrire
un tirocinio a studenti stranieri e/o a studenti/neolaureati in
lingue/traduzione può costituire un valore aggiunto per l’azienda in termini di
strategia linguistica e interculturale.
L’obiettivo principale di questa indagine è quella di
interpellare i responsabili politici Europei e di sensibilizzarli, includendo
le questioni di competenza linguistica nell’Indagine Comunitaria
sull’Innovazione (EC) della Commissione Europea. Inoltre sarà possibile migliorare
i legami tra le imprese e il sistema educativo nell’ambito linguistico (linguisti,
traduttori, interpreti), diffondendo esempi di collaborazione fruttuosa tra
questi due settori.
Assumere
le persone adatte madrelingua e laureati in lingue straniere moderne
Assumere
personale madrelingua e/o laureati in lingue/traduzione può qualificare un’azienda.
Secondo La guida linguistica delle imprese europee (2011), reclutare
questi professionisti porterebbe ad un livello di esportazione notevolmente
maggiore rispetto alle imprese che non adottano questa strategia (+ 23% di
esportazioni).
Il personale madrelingua e gli agenti locali possono aiutare
a verificare l’adeguatezza linguistica e culturale della documentazione
commerciale, delle campagne pubblicitarie, del materiale promozionale, dei
biglietti da visita, del listino prezzi, della conformità alle normative locali,
del vostro sito Internet e di tutte le pagine pertinenti, della corrispondenza,
della risposta degli operatori telefonici alle telefonate nella loro lingua, delle
spese dei rappresentanti nel paese estero, delle traduzioni generali nella loro
lingua, della posta elettronica e dei messaggi in uscita nella lingua del
cliente.
La guida linguistica delle imprese europee (2011: 23) determina
l’importanza delle traduzioni di alta qualità:
La traduzione accurata di tutte le informazioni commerciali
e tecniche destinate ai clienti conferisce un grande vantaggio competitivo.
Nella redazione di contratti si deve tenere conto delle
disposizioni normative vigenti nel Paese a cui sono destinati, nei testi di
marketing delle convenzioni e delle aspettative dei destinatari
Fabbisogno professionale e formativo dei
servizi linguistici nelle imprese
Il
personale deve seguire una formazione continua per rafforzare le competenze
e mantenere elevata la motivazione.
Nello specifico sarà necessario incoraggiare le imprese a
gestire e sviluppare le competenze linguistiche di cui già si dispone, offrire stages professionali a studenti e
lavoratori stranieri, partecipare a scambi internazionali tra imprese, sfruttare
le competenze linguistiche esistenti, sostenere programmi di istruzione e di
formazione che legano lingue e impresa, rafforzare
l’apprendimento della lingua straniera a tutti i livelli di istruzione e
formazione, adattando meglio i corsi e
le qualifiche al contesto dell’impresa, migliorare la disponibilità di
interpreti e di traduttori nelle lingue meno insegnate come l’arabo, il russo,
il cinese e il giapponese. Da ultimo, condurre maggiori e più dettagliate
ricerche sull’incidenza economica delle competenze linguistiche sia sul settore
delle esportazione che su altri settori dell’economia come il turismo, gli
investimenti interni e i servizi.
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